domenica 26 ottobre 2025

GRANDE ANTÒ

“ODIO GLI INDIFFERENTI "
(A. GRAMSCI) 

Credo che vivere 
voglia dire essere partigiani. 
Chi vive veramente 
non può non essere 
cittadino e partigiano. 

L’indifferenza è abulia, 
è parassitismo, 
è vigliaccheria, 
non è vita. 
Perciò 
ODIO GLI INDIFFERENTI .
L’indifferenza 
è il peso morto 
della storia. 
L’indifferenza opera 
potentemente 
nella storia. 
Opera passivamente, 
ma opera. 
È la fatalità; 
è ciò su cui non 
si può contare; 
è ciò che sconvolge 
i programmi, 
che rovescia 
i piani meglio 
costruiti; 
è la materia bruta 
che strozza l’intelligenza. 
Ciò che succede, 
il male che si abbatte 
su tutti, avviene 
perché la massa 
degli uomini 
abdica alla sua 
volontà, lascia 
promulgare 
le leggi che solo 
la rivolta potrà 
abrogare, lascia 
salire al potere 
uomini che poi 
solo un ammutinamento 
potrà rovesciare. 
Tra l’assenteismo 
e l’indifferenza 
poche mani, 
non sorvegliate 
da alcun controllo, 
tessono la tela 
della vita collettiva, 
e la massa ignora, 
perché non se ne preoccupa; 
e allora sembra 
sia la fatalità 
a travolgere 
tutto e tutti, 
sembra che la storia 
non sia altro che 
un enorme fenomeno 
naturale, un’eruzione, 
un terremoto del quale 
rimangono vittime tutti, 
chi ha voluto 
e chi non ha voluto, 
chi sapeva e chi non sapeva, 
chi era stato attivo 
e chi indifferente. 

Alcuni PIAGNUCOLANO 
pietosamente, 
altri bestemmiano 
oscenamente, 
ma nessuno 
o pochi si domandano: 
se avessi fatto anch’io 
il mio dovere, 
se avessi cercato 
di far valere 
la mia volontà, sarebbe 
successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti 
anche per questo: 
perché mi dà fastidio 
il loro piagnisteo 
da eterni innocenti. 
Chiedo conto a ognuno 
di loro del come 
ha svolto il compito 
che la vita gli ha posto 
e gli pone 
quotidianamente, 
di ciò che ha fatto 
e specialmente 
di ciò che non ha fatto. 

E sento di poter essere 
inesorabile, di non dover 
sprecare la mia pietà, 
di non dover spartire 
con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, 
sento nelle coscienze 
della mia parte già 
pulsare l’attività 
della città futura 
che la mia parte 
sta costruendo. 
E in essa la catena 
sociale non pesa 
su pochi, in essa 
ogni cosa che succede 
non è dovuta al caso, 
alla fatalità, ma 
è intelligente 
opera dei cittadini. 

Non c’è in essa nessuno 
che stia alla finestra 
a guardare mentre i pochi 
si sacrificano, si svenano. 

Vivo, sono partigiano. 
Perciò odio 
chi Non PARTEGGIA
Odio gli Indifferenti ”.

(11 febbraio 1917)

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