"Il mare. Già. Il mare.
Perchè avverrà, infine.
Così che quando cesserà il turno il sole
ritirando le ali rosse d'attorno
e d'oltre sul margine
del crepuscolo nautico
dove cielo e mare si indistinguono
- e come quell'attimo
sarà come attimo irreparabile e altro -
io siederò sul molo
nuovo di zecca ad allungare
i miei larghi larghissimi sensi
senza più interferenze.
Avvertirò tutta quella terra
immersa e andata,
tutta quella massa sotto
non incapace di fermentare,
le strade che non portavano a niente,
le casettine, tutta quella gente
- la mia, gente -
cui la compressione teneva a fondo i sogni....
Poi si volteggerà...
Si volteggerà nell'aria
e io danzerò più leggera di ciò che sono
e arriverò....a pormi sul tuo trono...
arriverò la .....
dove tu sei,
dove ti nascondi,
dove ti porti e dove vai...
ti porterò in dono
i colori di queste mie parole,
ti racconterò come nasce il sole,
di come i pesci parlano nelle loro mute cene,
ti parlerò del mio bene,
ti parlerò della luna
e delle intense mareggiate,
ti parlerò del vento
e della calda intensa estate,
ti parlerò di ciò che sento
e di ciò che insensatamente penso,
tu alzerai lo sguardo .....
ed io vedrò
finalmente il traguardo
allora tacerò,
beatamente nulla più dirò!"
Metanta(in)cauta
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